sabato 19 maggio 2012

La Grande Esclusione

L’attuale corso degli eventi ci fa intuire che, se non si producono eventi traumatici che portino ad una reazione massiccia e violenta (sia in forma di guerra sia di rivoluzione), ci sarà un progressivo declino del livello di vita delle popolazione e se è sufficientemente graduale la gente si adatterà alla nuova realtà, perdendo rapidamente la memoria e/o la consapevolezza che in altri tempi le nuove condizioni di vita sarebbero state inaccettabili. Non è nulla di insolito: negli anni 30 del secolo passato una nazione avanzata e colta come la Germania è stata capace di abbracciare, una parte con entusiasmo e un’altra parte sottomessa e messa a tacere, una aberrazione come il nazismo. Se il nazismo avesse provato ad ascendere di colpo nel 1930, la società tedesca avrebbe reagito in massa cacciandolo per sempre dalle istituzioni. Tuttavia un corso graduale degli eventi ha modificato in modo tale le regole e le aspettative sociali che quello che nel 1930 sembrava barbarie è stato accettato come logico e naturale, di buon grado o per forza, nel 1933.  E se si guarda in prospettiva storica quei quattro anni non sono nulla, sono un sospiro. Sono essenzialmente lo stesso tempo di durata della crisi in cui ci troviamo e che, come sappiamo, non finirà mai.                                                                                                                                           http://www.controappuntoblog.org/2012/05/19/la-grande-esclusione/

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