«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
martedì 13 novembre 2012
Strike / Stachka – Sergei Eisenstein – 1925
Primo lungometraggio di S.M. Ejzenštejn. Basato su due principi (le masse come protagoniste; rinuncia alla tradizionale trama narrativa), è, visto oggi, un affascinante film sperimentale di laboratorio, un brogliaccio più che un’opera compiuta e organica, ricco di metafore ora folgoranti per forza plastica, ora intellettualistiche e persino ingenue. Ma attraverso la sua frammentarietà s’intravede una struttura musicale più che narrativa in 3 tempi. Anni dopo Ejzenštejn riconobbe (spontaneamente?) che l’opera era affetta dalla malattia infantile dell’estremismo. Osservando il film di Ejzenštejn, non ci troviamo di fronte alla storia di uno sciopero, bensì a un discorso sullo sciopero come forma di lotta politica e sociale, sulle contraddizioni che esso apre, sul tipo di reazioni che scatena. L’intreccio, si è detto, è assente; al suo posto abbiamo un “racconto” costituito da una serie di “quadri”, singoli episodi che non sono in relazione diretta fra loro, ma la cui caratteristica comune è il tema di fondo attorno al quale tutti ruotano: lo sciopero, appunto. http://www.controappuntoblog.org/2012/11/13/strike-stachka-sergei-eisenstein-1925/
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