sabato 29 maggio 2010

Sull'accumulazione originaria di Karl Marx - Il Capitale Libro I - Capitolo 24 -

La teoria economica di Marx ci mostra come il processo storico dell’apparizione e dell’appropriazione del plusvalore costituisce una sola unità dialettica di tre momenti differenti:                                                       1) Lo scambio ineguale che poggia su valori ineguali: è lo scambio che si sviluppa in una società ancora dominata dall’economia naturale [c’è una produzione di merci cui si affianca una semplice circolazione (M-D-M) che si struttura poi in un processo di circolazione di denaro che vede aumentare il suo valore sulla base di uno scambio ineguale dovuto all’appropriazione da parte del “commerciante” di merci pagate con quantità di denaro inferiori al loro valore reale e rivendute ad un valore superiore (D-M-D*)]. Questo meccanismo scorretto porterà ad una accumulazione di capitale che a sua volta si moltiplicherà grazie al sistema del prestito “ad usura” (altra palese forma di scambio ineguale). Sarà questo, dice Marx, l’inizio di quella accumulazione di capitale commerciale che darà la possibilità di creazione di quella gran massa di denaro che permetterà la formazione del capitale industriale necessario per il passaggio alla seconda forma, il secondo momento dialettico:                                                                                                                       2) Lo scambio eguale che si basa su valori uguali (tipico del modo di produzione capitalistico), dove l’appropriazione del plusvalore (D-M-D*) non si afferma più sulla semplice circolazione delle merci ma scaturisce dall’insieme del processo di produzione (produzione- trasporto- scambio- consumo). [Il capitale acquista sul mercato macchine e materie prime (capitale costante) e forza lavoro (capitale variabile). La produzione di merci si sviluppa in una struttura organizzata ed efficacemente supportata da una rete di comunicazioni moderna ed efficiente che permetterà un’accumulazione enorme di merci che, a loro volta, si trasformeranno in denaro aumentato di valore nel processo di consumo]. La creazione del plusvalore non si avrà, come nel primo momento, da vendita e acquisto di merci a valore superiore o inferiore del loro valore reale, bensì le merci verranno scambiate al loro reale valore. E qui arriviamo al terzo momento dialettico:                                                                                                                                                                         3) Lo scambio ineguale che poggia su valori eguali: la merce “forza lavoro”, l’operaio, presenta una caratteristica del tutto particolare, una sua peculiarità, è l’unica merce capace di creare, se inserita in un processo lavorativo determinato (appunto il processo di produzione capitalista), più valore del suo “costo” iniziale. (in altre parole la capacità lavorativa che viene acquistata dal capitale sotto forma di forza lavoro e che viene impiegata nelle sei, otto, dieci, ore che compongono la giornata di lavoro dell’operaio produce una quantità di merci il cui valore reale è di gran lunga superiore a quanto quel lavoratore percepisce per lo svolgimento della sua opera). Questa produzione di maggior valore sarà appunto un superprodotto a tutto beneficio di chi detiene, mantiene, riproduce l’organizzazione del sistema.                                                                         A questi tre momenti dialettici si aggiunge una ulteriore fase di scambio ineguale che risulta dai differenti livelli di produttività dei diversi paesi che partecipano al commercio capitalistico mondiale.