«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
lunedì 30 maggio 2011
domenica 22 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
la scelta della gestione dell'euro "indipendente dagli Stati" e il rispetto della sacralità della "legge dei mercati finanziari" non sono i prodotti di un pensiero teorico assurdo. Si addicono perfettamente al mantenimento degli oligopoli ai posti di comando. Sono parti dalla costruzione europea complessiva, concepita essa stessa esclusivamente e integralmente per impedire la messa in discussione del potere economico e politico esercitato da questi oligopoli, a loro esclusivo vantaggio.
martedì 17 maggio 2011
Certamente in Cina vi sono grandi disparità fra città e campagna, ma alcuni dati sembrano suggerire che mentre in paesi soggetti al neoliberismo puro la disparità è aumentata negli utlimi dieci anni, in Cina questa sia diminuita (l’indice GINI è aumentato di 4.2 punti dal 2001 negli USA e di 1.5 in Cina; alcune fonti riportano addirittura un decremento di sei punti in Cina negli ultimi 3 anni).
domenica 15 maggio 2011
Il primo punto da mettere in chiaro è il seguente: il concetto di imperialismo, se lo prendiamo nell’accezione leniniana, ha ancora molto da dirci sulla situazione attuale. Per intendersi su questo è sufficiente partire dai "cinque principali contrassegni" che secondo Lenin dovevano essere contenuti nella definizione di "imperialismo", ossia: "1. la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica; 2. la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo 'capitale finanziario', di un'oligarchia finanziaria; 3. la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci; 4. il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo; 5. la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche."
Non ci sembra di scorgere in queste scelte nessuna Perestroika, nessuna marcia di avvicinamento al capitalismo e neanche l’adozione del modello cinese, del socialismo di mercato. I compagni cubani non hanno mai condiviso il “socialismo di mercato”, ma sanno bene, come hanno dimostrato in 50 anni di resistenza rivoluzionaria che la costruzione del socialismo e dei suoi principi basilari: la libertà, l’uguaglianza, il diritto al lavoro e la copertura sociale, l’istruzione e la sanità per tutti, comporta in un periodo più o meno lungo di transizione la necessità di convivere, come storicamente è accaduto con il mercato e con le forme capitalistiche monetario-mercantili e pertanto è fondamentale rafforzare le relazioni internazionali politicoeconomiche e commerciali.
sabato 7 maggio 2011
Stalin, anarchismo, socialismo. (Stalin, Werke. Band 1).
Nella lotta, ogni classe si fa guidare dalla sua ideologia: il liberalismo è l’ideologia della borghesia; il proletariato, invece, ha come ideologia il socialismo. (1)
Il liberalismo non è alcunché di compatto, ma sì di distinto, come lo è al proprio interno la borghesia: analogamente vanno le cose per il socialismo.
Wir wollen uns hier nicht mit der Untersuchung des Liberaismus befassen – das verschiedeben wir besser auf in anderes Mal. Wir wollen den Leser nur mit dem Sosialiamus und seinen Strőmungen bekannt machen.
Le tre correnti principali del socialismo sono: 1) riformismo, 2) anarchismo, 3) marxismo.
Come esempio di riformismo Stalin dà Bernstein[-1] , e caratterizza la corrente non mediante la lotta, ma sì la ricerca della collaborazione tra le classi.
Un grande riconoscimento da parte di Stalin: anche l’anarchismo fa parte del socialismo,come il marxismo, ma non come il riformismo. Entrambi le correnti si combattono aspramente; entrambe si sforzano di presentarsi agli occhi del proletariato come dottrine autenticamente socialiste … Noi non apparteniamo a quella gente che, al solo sentire il termine anarchismo voltano le spalle con disprezzo, spiegando a gesti il loro comportamento, volendo significare che non vale la pena parlar di loro: a nostro avviso una critica così a buon mercato non ha valore né utilità.
Né siamo d’accordo con coloro, i quali dicono che gli anarchici non hanno masse dietro di loro e che, dunque, non sono tanto pericolosi. La questione non è, chi è seguito da un numero maggiore o minore di masse; si tratta, piuttosto, dell’essenza della dottrina; se la dottrina anarchica fosse veridica saprebbe certamente trovare la strada per raccogliere le masse intorno a sé…Ma quella dottrina non è valida, dunque non può essere a lungo sostenuta ma è destinata a restare in aria[-2] . L’inconsistenza, però, dell’anarchismo va dimostrata.
Più d’una concezione hanno in comune principi,com’è il caso del marxismo e dell’anarchismo; tuttavia, vi sono tra di loro opinioni diverse a proposito della tattica.
La nostra idea è che gli anarchici siano autentici nemici del marxismo; riconosciamo dunque anche che à difficile confrontare queste due dottrine tuttavia, questo è un grosso errore.
Noi riteniamo che gli anarchici siano autentici nemici del marxismo; dunque, riconosciamo anche che contro un reale nemico sia necessario condurre una lotta altrettanto reale. Ma per questo è necessario indagare da cima a fondo la teoria degli anarchici e valutarla sotto tutti gi aspetti.
Il fatto è che marxismo ed anarchismo si fondano su principi radicalmente opposti, anche se compaiono entrambi nell’arena sotto la bandiera del socialismo.
Ciò che più conta per l’anarchico è la personalità, la cui liberazione, secondo il suo punto di vista, è la condizione fondamentale per la liberazione delle masse, della collettività. Dal punto di vista dell’anarchismo, la librazione delle masse è impossibile, fino a che non sia libera la personalità. Il punto fondamentale per il marxismo è, invece, la massa, la cui liberazione, a suo giudizio, è la condizione principale della liberazione della personalità. Ciò significa che, dal punto di vista del marxismo, la liberazione della personalità è impossibile, fino a che le masse non sono libere, per cui il suo slogan suona così .
E’ chiaro che qui abbiamo a che far con due principi che si negano reciprocamente e non solo con differenti visioni della tattica.
lunedì 2 maggio 2011
Ciò che muove la bramosia di tutti i paesi che stanno bombardando la Libia, e che li accomuna tutti, è che sono tutti dal punto di vista finanziario in fallimento, gli Stati Uniti da soli hanno un debito pari a 14.000 miliardi di dollari, la Francia, la Gran Bretagna e l’Italia, ciascuna, quasi 2.000 miliardi di debiti pubblici, quando i 46 paesi dell’Africa Nera hanno in totale un debito pubblico inferiore a 400 miliardi di dollari. Creare conflitti impregnati di falsità in Africa, nella speranza di trovare l’ossigeno per continuare nella loro apnea economica, cosa che peggiorerà la loro situazione, porterà gli Occidentali a sprofondare nel loro declino... -Jean-Paul Pougala -
domenica 1 maggio 2011
Come una guerra... peggio di una guerra... Oggi è il 1 maggio, la Festa dei Lavoratori, credo che ci sia poco da festeggiare per chi lavora. Dall'inizio dell'anno ci sono stati 192 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 400 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Speriamo che almeno oggi non ci siano morti sul lavoro come il 1 maggio del 2010. Sui luoghi di lavoro erano 151 il 1 maggio 2010. Assistiamo ad un aumento spaventoso delle vittime del 27,1%
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