«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
martedì 27 marzo 2012
Leibniz
La soppressione del giudizio (epoché) come "dubbio" e il dubbio come uno stato involontario di ignoranza che ci abbandona alla mercé degli impulsi che nascono dalle passioni. Ovviamente l'uomo in preda alle passioni è perturbato, e sarebbe assurdo cercare di conquistare l'imperturbabilità attraverso le perturbazioni...
domenica 25 marzo 2012
Causa scandalo la scelta di Benedetto XVI di rifiutare qualunque incontro con le vittime di Marcial Maciel, l’onnipotente fondatore dei Legionari di Cristo, organizzazione ancor più a destra dell’Opus Dei, in odore di santità quando era ancora in vita, sponsorizzatissimo dai vertici cattolici messicani e vaticani e rivelatosi un furfante, uno stupratore e un pedofilo seriale durante tutta la sua carriera di arraffatore di una fortuna miliardaria e che ha disseminato il paese di figli illegittimi, mantenendo, lui sacerdote cattolico, addirittura più famiglie in parti diverse del paese e stuprando sistematicamente i suoi stessi figli.
lunedì 19 marzo 2012
La Cina è ancora un universo difficile da capire. Proviamo a mettere insieme un po’ di notizie. - Aldo Giannuli -
http://www.aldogiannuli.it/2012/03/la-caduta-di-bo-xilai/ http://www.aldogiannuli.it/2012/03/la-caduta-di-bo-xilai-2-parte/#more-2033 http://www.formiche.net/dettaglio.asp?id=28304&id_sezione=95 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-22/voci-colpo-stato-cina-173923.shtml?uuid=AbY3qXCF http://www.china-files.com/it/link/16228/rassegna-settimanale-della-stampa-cinese-23 http://www.agichina24.it/repository/canali/la-parola-allesperto http://177ermanno.blogspot.it/2012/01/pur-presentando-contraddizioni-interne.html http://www.cineresie.info/intervista-a-liu-kaiming-lavoratori-cinesi/
domenica 18 marzo 2012
"Ciò che io ho fatto di nuovo è stato: 1) dimostrare che l’esistenza delle classi è legata puramente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione; 2) che la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato; 3) che questa dittatura medesima non costituisce se non il passaggio all’abolizione di tutte le classi e a una società senza classi." - K. Marx -
http://www.controappuntoblog.org/2012/03/18/la-comune-di-parigi-1871-l%E2%80%99indirizzo-di-carlo-marx-sull%E2%80%99epica-impresa-dei-comunardi/ http://www.controappuntoblog.org/2012/03/18/la-commune-paris-1871-jaramillos-photo-collection/ http://www.contropiano.org/it/cultura/item/7575-18-marzo-la-comune-di-parigi#origin:R
venerdì 16 marzo 2012
giovedì 15 marzo 2012
Sulla critica al parlamentarismo - Stefano Garroni -
A dimostrazione che l'odierna critica al parlamentarismo non fa che
riscoprire ciò che i marxisti sanno da gran tempo, si noti questo
passo della Rosa Luxemburg: "Il parlamentarismo non sostiene unicamente
tutte le note illusioni dell'odierno opportunismo quali noi abbiamo
imparato a conoscere in Francia, Italia e Germania: la
sopravvalutazione delle riforme, della collaborazione delle classi e
dei partiti, del pacifico sviluppo etc. Esso costituisce il terreno su
cui quelle illusioni possono affermarsi praticmente in quanto separa
anche nella socialdemocrazia gli intellettuali, nella loro veste di
parlamentari, dalla massa proletaria e anzi in una certa misura li
colloca al di sopra. Infine questo stesso parlamentarismo, a misura
che il movimento operaio cresce, ne fa un trampolino di lancio per la
carriera politica ...(e) quindi (è) un facile ricettacolo di borghesi
ambiziosi e spostati ..." (R.Luxemburg, Scritti politici, Roma 1967:
229-30).
domenica 11 marzo 2012
sabato 10 marzo 2012
Parlamento o no?
L’articolo di fondo, pubblicato dal Corriere della sera del 9 marzo e scritto da Michele Ainis, (http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_09/il-processo-democratico-michele-ainis_f4660a80-69af-11e1-b42a-aa1beb6952a8.shtml) sollecita riflessioni, che non sono forse quelle, che l’ A. si attende., Com’è noto, fa parte della cultura codificata e, quindi accolta passivamente dal senso comune, che con le Rivoluzioni del Settecento (americana e francese) si sia finalmente affermata la sovranità politica del popolo. Le cose, però, non stanno così: quelle rivoluzioni, nel momento stesso in cui proclamavano la sovranità del popolo, immediatamente gliela toglievano, consegnandola nelle mani dei suoi rappresentanti ( i parlamentari, ovvero una parte della ‘casta’, contro cui oggi fa bon ton polemizzare). Se fosse possibile farlo, si potrebbe citare il 18 Brumaio di K. Marx, per vedere come il processo di concentrazione capitalistica comporta un progressivo svuotamento del potere del legislativo (appunto, dei rappresentanti del popolo), a vantaggio dei vari aspetti dell’esecutivo. Valga il vero. Più si accenta in Italia il potere delle multinazionali e più svuota quello del Parlamento e dei partiti (dunque, dei rappresentanti del popolo), fino ad avere un governo ‘tecnico’, che dice esplicitamene di tenere in non cale tutti gli istituti della sovranità popolare .- dal Parlamento ai sindacati. A questo risultato, però, si giunge dopo un’ampia opera di squalifica degli istituti della (indiretta) sovranità popolare. E le masse non restano indifferenti: nella misura in cui sono bombardate dalla attività, volte a squalificare gli istituti democratici ( sia pure borghesi), esse si chiedono come uscire dall’impasse e per chi non sia ottenebrato dalla stupidità fascista, c’è sempre il pericolo che nasca e si diffonda l’aspirazione ad una democrazia più vera, che abbia effettivamente le masse –cioè i lavoratori- come sua autentica base. Ed è per questo d’altronde che la borghesia si trova,oggi, di fronte alla contraddizione, di cui obiettivamente Ainis dice: polemizzare fino in fondo contro i residui di democrazia borghese –autorizzando così una nuova riflessione sulla democrazia; oppure salvare –ma solo in apparenza- quegli stessi residui. Stefano Garroni http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_09/il-processo-democratico-michele-ainis_f4660a80-69af-11e1-b42a-aa1beb6952a8.shtml
venerdì 9 marzo 2012
Il significato del termine irrazionale. Gia Leibniz vedeva l’ambiguità del termine, che può significare o “ciò che si oppone tout court alla ragione”; sia “ciò che si oppone ad una determinata ragione circoscritta da un’epoca ed una tradizione.” Qual è l’importanza di questa distinzione? E’ chiaro che se l’irrazionale è preso come ciò, che si oppone ad una fase determinata della storia della ragione (ovvero il contrario di quanto si intende con l'altro senso del termine) ciò che oggi è irrazionale può domani divenire razionale. Nel secondo caso invece appunto l’opposizione ragione /irrazionale non è superabile. - Stefano Garroni -
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