«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
sabato 31 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
sabato 24 dicembre 2011
Marx dedicò la sua esistenza alla lotta rivoluzionaria della classe operaia: tutta la sua attività pratica e teorica fu volta a questo fine. Come osserva Paul Lafargue, Marx lavorò sempre col preciso intendimento di trasporre nella prassi i risultati della sua ricerca e di fornire al movimento socialista una base scientifica.
Marx e la tecnica http://www.resistenze.org/sito/te/cu/sc/cuscbn15-010182.htm
martedì 20 dicembre 2011
sabato 17 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
Una proposta di modello cinese: “minbenismo” contro democrazia
Vi sono, nella lettura di Pan, tre elementi che caratterizzano una civiltà: l’elemento istituzionale, quello materiale e quello spirituale. Il primo serve a regolare le aspirazioni materiali del popolo, mentre il terzo chiede di sacrificarle alla prospettiva di un’illuminazione ultraterrena. La Cina è una delle civiltà più materialiste e meno spirituali della storia ed è per questo che ha dovuto sviluppare un assetto istituzionale adeguato a contenere le spinte dal basso e regolarle in una forma ordinata. http://www.cineresie.info/una-proposta-di-modello-cinese-minbenismo-contro-democrazia/
mercoledì 14 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
IL CROLLO DEL MURO DI CARTA – DA BRETTON WOODS AL G.7 - Gianfranco Pala -
“Che cosa vuol dire l’accentramento! Il sistema creditizio che ha come centro le pretese banche nazionali e i potenti prestatori di denaro, e gli usurai che pullulano attorno a essi, rappresenta un accentramento enorme e assicura a questa classe di parassiti una forza favolosa, tale non solo da decimare periodicamente i capitalisti industriali, ma anche da intervenire nel modo più pericoloso nella produzione effettiva – e questa banda non sa nulla della produzione e non ha nulla a che fare con essa. Questi rispettabili banditi – ai quali si uniscono i finanzieri e gli speculatori di borsa – sfruttano la produzione nazionale e internazionale” -Karl Marx [C, iii.33] .http://scoobydoom.wordpress.com/2011/12/06/il-crollo-del-muro-di-carta-da-bretton-woods-al-g-7/
venerdì 9 dicembre 2011
mercoledì 30 novembre 2011
Visto che l’equazione Cina contemporanea = capitalismo di stato (in tutto o in gran parte) risulta ancora prevalente nella debole e frammentata estrema sinistra italiana, torniamo ancora una volta sulla questione della matrice prevalente e della natura socioproduttiva della Cina contemporanea.
domenica 27 novembre 2011
Il Caffè Filosofico - Giordano Bruno e filosofia rinascimentale
"Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi." - Giordano Bruno -
Lelio Basso nel 1968:
"Sotto il nome “fascismo” si intendono spesso cose diverse. A me sembra che il significato essenziale di esso possa individuarsi in un regime che voglia garantire il potere assoluto di fatto (non importa se rivestito di apparenze democratiche) al grande capitale alleato con il capitalismo di Stato e con il personale politico dirigente, e che si sforzi di ottenere per questo suo regime l’adesione popolare, grazie alla diseducazione, al conformismo, alqualunquismo, alla depoliticizzazione, ecc. Vi sono dunque nel fascismo due facce, due momenti: quello dell’autorità, del potere assoluto, della forza, e quello della supina acquiescenza, del conformismo, della abdicazione popolare."
martedì 8 novembre 2011
lunedì 7 novembre 2011
domenica 6 novembre 2011
sabato 5 novembre 2011
giovedì 3 novembre 2011
lunedì 31 ottobre 2011
domenica 30 ottobre 2011
Thomas Sankara (1949-1987) fu il presidente del Burkina Faso, paese tra i più poveri dell’Africa ed ex-colonia francese. In soli 4 anni di governo riuscì a risollevare il suo paese oppresso dalla fame e dalla povertà e lo fece sfruttando le esigue risorse che questo poteva offrire. Dopo la sua morte il Burkina Faso ripiombò nella miseria.
mercoledì 26 ottobre 2011
venerdì 14 ottobre 2011
martedì 11 ottobre 2011
la consapevolezza di una crisi della scienza costantemente ridotta ai suoi prodotti e ad una crisi strettamente collegata della scuola dove questi prodotti trasformati in nozioni vengono impartiti evitando accuratamente di trasferire la consapevolezza metodologica che ne ha consentito l’elaborazione.
lunedì 10 ottobre 2011
Bellofiore sulla Crisi.avi
Se la natura della crisi è quella che si è detta in queste pagine, e dunque se questa è la sfida, vi è la necessità che si metta mano ad una sinistra di classe. Perché di questo c’è bisogno. La ‘sinistra alternativa’ è morta: prima ce ne si accorge meglio è. E altre, a ben vedere, non ne esistono. Quelle che si autoproclamano tali appaiono del tutto subalterne al social-liberismo. http://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/1612-riccardo-bellofiore-finestra-sul-vuo-la-crisi-delleurela-toovverorottadella-sinistra-.html http://ilcomunista23.blogspot.com/2011/10/la-grande-recessione-e-la-terza-crisi.html http://www.leparoleelecose.it/?p=911
domenica 9 ottobre 2011
sabato 8 ottobre 2011
domenica 2 ottobre 2011
c'e una soluzione: "disimpegno dall'Unione europea e cancellazione del debito con il potere popolare". - KKE -
http://it.kke.gr/news/news2011/2011-09-20-crise Qualunque sia l'esito dello scontro tra le varie sezioni del capitale e tra gli stati imperialisti, l'offensiva della classe dominante continuerà e aumenterà per assicurarsi una forza lavoro piu a basso costo, l'accelerazione delle ristrutturazioni e privatizzazioni, la svendita del patrimonio pubblico ai gruppi monopolisti.
sabato 1 ottobre 2011
l’espansione finanziaria non è mai «l’espressione di una soluzione durevole della crisi sistemica sottostante. Al contrario, essa è sempre stata il preludio ad un aggravamento della crisi e alla definitiva sostituzione del regime di accumulazione ancora dominante con uno nuovo». A decidere il trapasso definitivo occorre però una crisi terminale che traslochi geograficamente il “centro” capitalistico in altro luogo, come è accaduto durante la Grande Crisi del 1929-33 con il trasferimento dell’egemonia da Lombard Street (Londra) a Wall Street (New York).
domenica 25 settembre 2011
Migliorare le nostre condizioni, oggi, è impossibile; possiamo solo difenderle, arroccarci per mantenere, giustamente, dei livelli di vita che il sistema politico ed economico non riesce più a garantire. Poi magari accade qualcosa, e si rimette tutto in discussione. Ma ad oggi, i motivi per essere ottimisti sono veramente pochi.
http://www.militant-blog.org/?p=5536 http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/84-politica-economica/1594-riccardo-bellofiore-una-crisi-del-capitalismo.html http://www.marx21.it/internazionale/europa/37-lunione-europea-nel-gorgo-della-crisi.html http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/84-politica-economica/1595-raffaele-sciortino-eurocrisi-eurobond-lotta-sul-debito-un-contributo-al-dibattito.html Lotte davvero europee, su scala continentale, sono la condizione necessaria per resistere all’austerità imposta. Solo così, essendo radicali e persino rivoluzionari, è possibile, magari, ottenere in cambio qualche riforma decente.
venerdì 23 settembre 2011
la teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Maurizio Franceschini propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
lunedì 19 settembre 2011
domenica 18 settembre 2011
Due interessantissimi articoli...
Il costo del pane per una famiglia ebraica di Ashkelon è un problema reale, ma, nella gerarchia della sofferenza, non può considerarsi prossima all’esperienza di oppressione vissuta da una famiglia in un campo profughi di Gaza City che viveva ad Ashkelon quando si chiamava Majdal, da dove era stata “lavata via” nel 1948, e che ha perduto la panetteria nella distruzione dell’attacco 2008 – 2009, appoggiata apertamente dalla maggior parte degli israeliani che ora si lagnano dell’alto prezzo del pane. La tragedia della sinistra israeliana, invero, sta nel fatto che è proprio tra quelle classi inferiori che si trova il più forte sostegno all’occupazione ed razzismo anti-arabo. Si tratta di quei settori che compongono la base sociale dei partiti Likud e Shas, di destra.
http://rete-eco.it/it/approfondimenti/opposizione-israeliana/22751-i-contestatori-israeliani-non-si-rendono-conto-delle-connessioni-tra-neoliberismo-e-occupazione.html
http://rete-eco.it/it/approfondimenti/opposizione-israeliana/22751-i-contestatori-israeliani-non-si-rendono-conto-delle-connessioni-tra-neoliberismo-e-occupazione.html
PALESTINA, LA CRISI DEL LAVORO
Aumentano i disoccupati, diminuiscono gli impiegati in agricoltura. A Gaza, l’unica domanda di lavoro arriva dal governo locale. In Cisgiordania la confisca delle terre dissangua il settore agricolo e ledonne sono costrette al lavoro nero e sottopagato. http://www.nena-news.com/?p=12678
sabato 27 agosto 2011
giovedì 25 agosto 2011
La lotta per più alti salari, maggiore occupazione e migliori condizioni di vita e di lavoro può essere condotta da due prospettive opposte. Secondo la prospettiva sottoconsumista e Keynesiana, questa lotta non solo migliora i salari, l’occupazione e le condizioni di vita dei lavoratori. Essa è anche l’uscita dalla crisi perché migliora la redditività attraverso il maggiore potere d’acquisto dei lavoratori. Questo approccio mette in evidenza la comunione di interessi tra il capitale e il lavoro. Anche la tesi Marxista sostiene che quelle rivendicazioni sono sacrosante. Ma questa lotta è condotta dalla prospettiva degli interessi contradditori e reciprocamente incompatibili delle due classi fondamentali. I lavoratori dovrebbero combattere per una redistribuzione del valore da essi creato, per investimenti civili indotti dallo stato, e più generalmente per riforme a loro favorevoli sapendo che i guadagni dei lavoratori sono perdite per il capitale e che tali guadagni contribuiscono all’indebolimento oggettivo del capitalismo piuttosto che al suo rafforzamento. Questa lotta dovrebbe essere una parte di tutta una serie di rivendicazioni (compresa la difesa del nostro patrimonio ecologico e la riconversione dell’industria bellica) il cui scopo è nel breve periodo quello di far pagare gli effetti della crisi ai colpevoli e non alle vittime della crisi e nel più lungo periodo quello di contribuire alla formazione della coscienza che per uscire dalle crisi bisogna uscire da questo sistema. Per coloro che sono veramente interessati alla fine di questo barbaro sistema la scelta è chiara: o Marx o Keynes.
Guglielmo Carchedi: Dietro e oltre la crisi
http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/81-marxismo/1538-guglielmo-carchedi-dietro-e-oltre-la-crisi.htmldomenica 14 agosto 2011
mercoledì 10 agosto 2011
martedì 9 agosto 2011
la nuova Costituzione del 1976 definiva la Repubblica di Cuba uno stato socialista di operai, contadini e lavoratori, alleati tra loro e guidati dalla classe operaia diretta dal Partito comunista cubano. Essa stabiliva l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di razza, sesso, origine nazionale. Sanciva la libertà di espressione, la libertà religiosa, connessa a quella di praticare il culto prescelto, e la libertà di non credere (AA.VV., 1994:294-295).
Resistenza, lotta di classe e religiosità popolare a Cuba - Alessandra Ciattini -
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=421
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=421
La distribuzione del reddito in Italia. La storia.
http://www.covodeglieretici.it/reddito-in-italia http://www.contropiano.org/it/component/k2/item/2890-abbiamo-gia-dato E' tempo che i comunisti, i rivoluzionari, gli attivisti, i lavoratori più svegli comincino in fretta a recuperare e a divulgare coscenza, identità e conflitto di classe. Stavolta no, non pagheremo la loro crisi, abbiamo già dato!! Stavolta la devono pagare i ricchi, i padroni, i loro alleati.
sabato 6 agosto 2011
Per Rosa Luxemburg, non c'è un crollo puramente economico del capitalismo ed ancora meno un legame automatico, garantito, tra il crollo capitalista e la rivoluzione socialista. Ciò che annunciava nel suo lavoro teorico era precisamente ciò che avrebbe confermato la storia catastrofica del secolo seguente: la manifestazione crescente del declino del capitalismo come modo di produzione, mettendo l'umanità di fronte all'alternativa socialismo o barbarie, e chiamando specificamente la classe operaia a sviluppare l’organizzazione e la coscienza necessaria al capovolgimento del sistema ed alla sua sostituzione attraverso un ordine sociale superiore.
venerdì 5 agosto 2011
giovedì 4 agosto 2011
La spiegazione più semplice è che la finanza angloamericana, dopo essersi tenuta a galla indebitando i cittadini dei due paesi di riferimento, stia ora cercando di deflettere l'attenzione sull'area-euro per nascondere le proprie (ir)responsabilità e il proprio pessimo stato di salute, ben evidenziato dai dati macroeconomici e dal cambio nei confronti dell'euro. Un'azione che la speculazione segue come un avvoltoio, accanendosi su quei paesi che hanno "cattiva stampa" piuttosto che su quelli che hanno conti disastrosi e le peggiori prospettive future.
martedì 2 agosto 2011
Il primo elemento importante è che viene riconfermato il ruolo assai importante svolto dalla pianificazione e dall’intervento politico (sia dal centro che dalle “periferie”,dalle diverse municipalità e regioni) all’interno del processo di riproduzione complessiva dell’economia cinese: il dominio del cosiddetto libero mercato, con le sue presunte “virtù”, i dirigenti del PCC preferiscono giustamente lasciarlo in esclusiva al declinante capitalismo occidentale con i suoi recenti fallimenti economici e crack finanziari generalizzati.
http://www.lacinarossa.net/?p=502 La Cina opta per un decisivo salto di qualità basato su:
1) maggiori consumi popolari, minori risorse destinate all’accumulazione;
2) alta tecnologia, meno settori a bassa composizione organica del capitale;
3) più energia verde rinnovabile.
sabato 30 luglio 2011
domenica 24 luglio 2011
sabato 23 luglio 2011
giovedì 21 luglio 2011
mercoledì 20 luglio 2011
PER CARLO...
http://baruda.net/2011/07/19/e-i-dieci-anni-da-genova- 2001/http://it.peacereporter.net/articolo/29548/Carlo+Giuliani+senza+giustizia http://www.militant-blog.org/?p=5052 http://www.osservatoriorepressione.org/2011/07/carlo-giuliani-ragazzo.html http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6884&Itemid=9
lunedì 18 luglio 2011
giovedì 14 luglio 2011
Decrescita... Chi era costui?
sabato 9 luglio 2011
venerdì 8 luglio 2011
Nel centenario della guerra di Libia scatenata dal colonialismo italiano e di cui in queste settimane il nostro paese sta "rinnovando i fasti" con la sua partecipazione ai bombardamenti NATO, segnaliamo il film "Il Leone del Deserto", che descrive le vicende di un'altra aggressione coloniale perpetrata dall'Italia (in questo caso dal fascismo) a danno della Libia, e della resistenza popolare organizzata da Omar al-Mukhtar (nel film interpretato da Anthony Quinn).
mercoledì 6 luglio 2011
domenica 3 luglio 2011
sabato 25 giugno 2011
mercoledì 22 giugno 2011
Il 15 Dicembre del 2010, nel GEAB N.50, LEAP/E2020 ha anticipato l'esplosione del debito pubblico Occidentale per la seconda metà del 2011. Abbiamo poi descritto un processo che avrebbe avuto inizio con la crisi europea del debito pubblico, e che avrebbe poi appiccato il fuoco al cuore del sistema finanziario globale, ovvero al debito federale degli Stati Uniti. Ed è proprio a questo punto che noi ci troviamo, all'inizio della seconda metà del 2011, con un’economia globale allo sbando più completo, un sistema monetario globale sempre più instabile e i centri finanziari in una situazione disperata, e tutto questo nonostante le migliaia di miliardi di denaro pubblico che sono state investite per evitare proprio questo tipo di situazione.
lunedì 20 giugno 2011
il problema non è la crescita in astratto ma a favore di chi va questa crescita. Non è il quanto si produce ma il come e a quale scopo si produce ad essere centrale. L’errore decrescista sta alla base. Nel capitalismo la produzione di merci è subordinata alla produzione di profitto. Non la produzione di merci, ma la produzione e l’appropriazione privata di profitto è lo scopo e il motore di tutto il meccanismo.
http://www.marx21.it/index.php?option=com_content&view=article&id=377:i-teorici-della-decrescita http://http://www.megachip.info/tematiche/kill-pil/6342-meglio-la-finestra-liberarci-dalleuro-per-unaltra-europa.html www.emigrazione-notizie.org/articles.asp?id=43 http://www.marx21.it/index.php?option=com_content&view=article&id=485:decrescita-o-socialismo&catid=36:documenti&Itemid=63
Note sulla polisemia di "dialettica": dal quotidiano alla riflessione formale di Stefano Garroni. "Divino è ciò che sfugge al controllo umano ma ciò che sfugge al controllo umano è, in definitiva, il casuale – ciò che non può essere ridotto a ragione (= ragione finalizzata). Dunque l’esaltazione del divino si capovolge in esaltazione del caso e dell’arbitrio (Hegel, Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie.III. Suhrkamp Verlag 1957: 488)".
sabato 18 giugno 2011
martedì 14 giugno 2011
sabato 4 giugno 2011
lunedì 30 maggio 2011
domenica 22 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
la scelta della gestione dell'euro "indipendente dagli Stati" e il rispetto della sacralità della "legge dei mercati finanziari" non sono i prodotti di un pensiero teorico assurdo. Si addicono perfettamente al mantenimento degli oligopoli ai posti di comando. Sono parti dalla costruzione europea complessiva, concepita essa stessa esclusivamente e integralmente per impedire la messa in discussione del potere economico e politico esercitato da questi oligopoli, a loro esclusivo vantaggio.
martedì 17 maggio 2011
Certamente in Cina vi sono grandi disparità fra città e campagna, ma alcuni dati sembrano suggerire che mentre in paesi soggetti al neoliberismo puro la disparità è aumentata negli utlimi dieci anni, in Cina questa sia diminuita (l’indice GINI è aumentato di 4.2 punti dal 2001 negli USA e di 1.5 in Cina; alcune fonti riportano addirittura un decremento di sei punti in Cina negli ultimi 3 anni).
domenica 15 maggio 2011
Il primo punto da mettere in chiaro è il seguente: il concetto di imperialismo, se lo prendiamo nell’accezione leniniana, ha ancora molto da dirci sulla situazione attuale. Per intendersi su questo è sufficiente partire dai "cinque principali contrassegni" che secondo Lenin dovevano essere contenuti nella definizione di "imperialismo", ossia: "1. la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica; 2. la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo 'capitale finanziario', di un'oligarchia finanziaria; 3. la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci; 4. il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo; 5. la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche."
Non ci sembra di scorgere in queste scelte nessuna Perestroika, nessuna marcia di avvicinamento al capitalismo e neanche l’adozione del modello cinese, del socialismo di mercato. I compagni cubani non hanno mai condiviso il “socialismo di mercato”, ma sanno bene, come hanno dimostrato in 50 anni di resistenza rivoluzionaria che la costruzione del socialismo e dei suoi principi basilari: la libertà, l’uguaglianza, il diritto al lavoro e la copertura sociale, l’istruzione e la sanità per tutti, comporta in un periodo più o meno lungo di transizione la necessità di convivere, come storicamente è accaduto con il mercato e con le forme capitalistiche monetario-mercantili e pertanto è fondamentale rafforzare le relazioni internazionali politicoeconomiche e commerciali.
sabato 7 maggio 2011
Stalin, anarchismo, socialismo. (Stalin, Werke. Band 1).
Nella lotta, ogni classe si fa guidare dalla sua ideologia: il liberalismo è l’ideologia della borghesia; il proletariato, invece, ha come ideologia il socialismo. (1)
Il liberalismo non è alcunché di compatto, ma sì di distinto, come lo è al proprio interno la borghesia: analogamente vanno le cose per il socialismo.
Wir wollen uns hier nicht mit der Untersuchung des Liberaismus befassen – das verschiedeben wir besser auf in anderes Mal. Wir wollen den Leser nur mit dem Sosialiamus und seinen Strőmungen bekannt machen.
Le tre correnti principali del socialismo sono: 1) riformismo, 2) anarchismo, 3) marxismo.
Come esempio di riformismo Stalin dà Bernstein[-1] , e caratterizza la corrente non mediante la lotta, ma sì la ricerca della collaborazione tra le classi.
Un grande riconoscimento da parte di Stalin: anche l’anarchismo fa parte del socialismo,come il marxismo, ma non come il riformismo. Entrambi le correnti si combattono aspramente; entrambe si sforzano di presentarsi agli occhi del proletariato come dottrine autenticamente socialiste … Noi non apparteniamo a quella gente che, al solo sentire il termine anarchismo voltano le spalle con disprezzo, spiegando a gesti il loro comportamento, volendo significare che non vale la pena parlar di loro: a nostro avviso una critica così a buon mercato non ha valore né utilità.
Né siamo d’accordo con coloro, i quali dicono che gli anarchici non hanno masse dietro di loro e che, dunque, non sono tanto pericolosi. La questione non è, chi è seguito da un numero maggiore o minore di masse; si tratta, piuttosto, dell’essenza della dottrina; se la dottrina anarchica fosse veridica saprebbe certamente trovare la strada per raccogliere le masse intorno a sé…Ma quella dottrina non è valida, dunque non può essere a lungo sostenuta ma è destinata a restare in aria[-2] . L’inconsistenza, però, dell’anarchismo va dimostrata.
Più d’una concezione hanno in comune principi,com’è il caso del marxismo e dell’anarchismo; tuttavia, vi sono tra di loro opinioni diverse a proposito della tattica.
La nostra idea è che gli anarchici siano autentici nemici del marxismo; riconosciamo dunque anche che à difficile confrontare queste due dottrine tuttavia, questo è un grosso errore.
Noi riteniamo che gli anarchici siano autentici nemici del marxismo; dunque, riconosciamo anche che contro un reale nemico sia necessario condurre una lotta altrettanto reale. Ma per questo è necessario indagare da cima a fondo la teoria degli anarchici e valutarla sotto tutti gi aspetti.
Il fatto è che marxismo ed anarchismo si fondano su principi radicalmente opposti, anche se compaiono entrambi nell’arena sotto la bandiera del socialismo.
Ciò che più conta per l’anarchico è la personalità, la cui liberazione, secondo il suo punto di vista, è la condizione fondamentale per la liberazione delle masse, della collettività. Dal punto di vista dell’anarchismo, la librazione delle masse è impossibile, fino a che non sia libera la personalità. Il punto fondamentale per il marxismo è, invece, la massa, la cui liberazione, a suo giudizio, è la condizione principale della liberazione della personalità. Ciò significa che, dal punto di vista del marxismo, la liberazione della personalità è impossibile, fino a che le masse non sono libere, per cui il suo slogan suona così .
E’ chiaro che qui abbiamo a che far con due principi che si negano reciprocamente e non solo con differenti visioni della tattica.
lunedì 2 maggio 2011
Ciò che muove la bramosia di tutti i paesi che stanno bombardando la Libia, e che li accomuna tutti, è che sono tutti dal punto di vista finanziario in fallimento, gli Stati Uniti da soli hanno un debito pari a 14.000 miliardi di dollari, la Francia, la Gran Bretagna e l’Italia, ciascuna, quasi 2.000 miliardi di debiti pubblici, quando i 46 paesi dell’Africa Nera hanno in totale un debito pubblico inferiore a 400 miliardi di dollari. Creare conflitti impregnati di falsità in Africa, nella speranza di trovare l’ossigeno per continuare nella loro apnea economica, cosa che peggiorerà la loro situazione, porterà gli Occidentali a sprofondare nel loro declino... -Jean-Paul Pougala -
domenica 1 maggio 2011
Come una guerra... peggio di una guerra... Oggi è il 1 maggio, la Festa dei Lavoratori, credo che ci sia poco da festeggiare per chi lavora. Dall'inizio dell'anno ci sono stati 192 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 400 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Speriamo che almeno oggi non ci siano morti sul lavoro come il 1 maggio del 2010. Sui luoghi di lavoro erano 151 il 1 maggio 2010. Assistiamo ad un aumento spaventoso delle vittime del 27,1%
sabato 30 aprile 2011
Capire la guerra in Libia (1/2/3) - Michel Collon -
http://www.marx21.it/index.php?option=com_content&view=article&id=403:capire-la-guerra-in-libia-13&catid=36:documenti&Itemid=63 http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=20951 http://www.marx21.it/index.php?option=com_content&view=article&id=428:capire-la-guerra-in-libia-33&catid=36:documenti&Itemid=63
venerdì 29 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
Il problema non sono i dittatori veri o presunti, o la salvaguardia dei diritti umani. Quando mai agli USA sono interessati i diritti umani? Il problema è che la civiltà industriale nostra e particolamente della prima potenza si fonda sul petrolio, ma questo prodotto con la svalutazione del dollaro e l’aumento del suo prezzo diventerà sempre più inaccessibile agli USA. Di fronte al rischio di tramonto della propria potenza, la disperazione farà fare grosse sciocchezze, come è sempre successo per gli imperi in decadenza.-
mercoledì 27 aprile 2011
martedì 26 aprile 2011
In molti vanno da tempo sostenendo che non esiste più la classica distinzione tra destra e sinistra ... viene da pensare che tutto sia in mano a due potentati che si confontano solo per la mera gestione o conquista del potere e per la parallela sussistenza dei propri apparati. E che in questo confronto, tutto appare strumentale, rimpinzato di ipocrisia, falsità e secondi fini.
domenica 24 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
. . la crisi di bilancio, o come gli Stati Uniti si tuffano volenti o nolenti in questa austerità senza precedenti e coinvolgono interi settori dell'economia e della finanza globale . . la crisi dei titoli del Tesoro americani, o come la Federal Reserve statunitense raggiunge la "fine della strada" che ha avuto inizio nel 1913 e deve affrontare il fallimento, qualsiasi gioco di prestigio contabile venga scelto . . la crisi del dollaro USA, o come le scosse nella valuta degli Stati Uniti che caratterizzeranno la fine della QE2 nel secondo trimestre del 2011 saranno l'inizio di una massiccia svalutazione (circa il 30% in poche settimane).
venerdì 15 aprile 2011
Hanno assassinato Vittorio Arrigoni
lhttp://it.peacereporter.net/articolo/27991/Lo+hanno+ucciso.+Addio%2C+Vik http://www.megachipdue.info/tematiche/guerra-e-verita/5991-i-nemici-di-arrigoni.html http://www.marx21.it/index.php?option=com_content&view=article&id=392:cosa-ce-dietro-il-sequestro-di-vittorio-arrigoni-a-gaza-i-3-network-dellislam-politico&catid=36:documenti&Itemid=63 http://baruda.net/2009/01/12/lista-di-pacifisti-da-ammazzare /http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6329&Itemid=9
lunedì 11 aprile 2011
La realtà del gruppo Bilderberg è meno romantica di quanto alcuni autori di successo hanno immaginato. Lo spiegamento incredibile di forze militari per garantirne la sicurezza non è tanto destinata unicamente alla protezione, ma a impressionare coloro che vi partecipano. Non mostra il proprio potere, ma dimostra che l’unico potere reale in Occidente è la NATO. Liberi di sostenerla e d’essere sostenuti da essa, o combatterla ed essere schiacciati inesorabilmente.
sabato 9 aprile 2011
ma riusciamo a capire bene di cosa si parla?.. per fortuna c'è chi ricorda ai lavoratori la necessità di "rimboccarsi" le maniche.. bisognerà pure salvarla questa "povera italia"..
lunedì 4 aprile 2011
domenica 3 aprile 2011
venerdì 1 aprile 2011
Stato e rivoluzione. (Lenin) Secondo il contenuto di quest’opera, la prima tappa della via che conduce al comunismo è l’instaurazione della dittatura del proletariato, che significa da un lato democrazia per la stragrande maggioranza del popolo, dall’altro violenta esclusione dalla democrazia per gli antichi oppressori del popolo
giovedì 31 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
La svolta panafricana di Gheddafi nel 1997, che porta alla rottura definitiva con l’ipotesi panaraba perseguita fino ad allora, apre le frontiere della Libia ad una enorme immigrazione dall’Africa che destabilizza gli equilibri nella popolazione, nel mercato del lavoro e nella distribuzione delle rendite petrolifere. Su una popolazione libica di 6,5 milioni di abitanti, si tratta di “circa un milione e mezzo (forse due milioni, nessuno conosce la cifra esatta) di lavoratori provenienti da paesi come il Mali, il Niger, la Nigeria, Il Sudan, l’Etiopia, la Somalia etc. forniscono manodopera a bassissimo costo per l’industria petrolifera, il settore edile, quello dei servizi, l’agricoltura” ma l’apertura delle frontiere libiche all’Africa sub-sahariana “suscita gravi tensioni nel paese a causa dell’enorme afflusso di immigrati”
giovedì 17 marzo 2011
"Per me Davide era tanto, era tutto... Ho altri due figli, ma nessuno rimpiazza nessuno: il posto di Davide era quello di Davide. E adesso è vuoto... Ricordo il suo carattere espansivo; quando arrivava lui a casa era un ciclone di felicità. Con tutti i problemi che poteva avere (si trattasse di lavoro o famiglia) non era mai pessimista, aveva sempre lo sguardo aperto al futuro, con ottimismo. Affrontava con piacere la vita, perché la vita gli piaceva. Io condividevo tante delle idee di mio figlio, ma per certi versi mi facevano paura, perché temevo che un giorno qualcuno gli avrebbe fatto del male per quello... Oggi mi manca, mi manca molto... Ricordi cosa diceva Haidi nella sua intervista? "Ho vissuto 23 anni con Carlo, Quanti anni dovrò vivere senza?" Io ho vissuto 26 anni con Dax, e sono stati 26 anni molto, molto belli. Per sopravvivere oggi mi aggrappo a quegli anni, a quei ricordi... Questo mi dà la forza di andare avanti......" - Rosa Piro, la mamma di Dax -
venerdì 11 marzo 2011
"...Stando così le cose, non si dovrebbe forse concludere che il capitalismo ha fatto il suo tempo? Non c'è altra risposta possibile a questa domanda: i monopoli devono venir nazionalizzati. Questo è un primo, inevitabile passo verso una possibile socializzazione della loro gestione da parte dei lavoratori e cittadini. Solo questo renderà possibile progredire lungo la strada che porta al socialismo. Allo stesso tempo, sarà il solo modo possibile di sviluppare una nuova macro-economia che ristabilisca uno spazio genuino per le operazioni delle piccole e medie imprese. Se ciò non viene fatto, la logica del dominio del capitale astratto può produrre nient'altro che il declino della democrazia e della civiltà, fino ad un "apartheid generalizzato" a livello mondiale...." - Samir Amin -
mercoledì 9 marzo 2011
ciao Compagno...
http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/7/wVwmyr4Wyrk http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/8/d4jCAGSNuGs http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/9/amks1hUeLg8 http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/10/TpfO7IC-Qzw http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/11/yRg7fnkFNPE http://www.youtube.com/user/177ermanno#p/c/209DEDDADA4E71D8/12/L31LWwaEHGI
domenica 6 marzo 2011
Negli ultimi anni, l’Egitto ha visto molti tumulti, sia contro la collaborazione con il sionismo, sia causati dalla fame. Questi due aspetti sono intimamente legati. I manifestanti evocano alla rinfusa gli accordi di Camp David, il blocco di Gaza, i diritti dell’Egitto sul Nilo, la partizione del Sudan, la crisi degli alloggi, la disoccupazione, l’ingiustizia e la povertà.
La caduta di Mubarak e il possibile insediamento di un governo indipendente e democratico significherebbe che Israele potrebbe perdere il suo principale alleato poliziesco. Un’opinione pubblica democratica non coopererebbe con Israele per il mantenimento dell’embargo a Gaza, né condannerebbe i palestinesi a morire di fame per piegare la loro volontà di resistere. Israele non potrà contare su un governo democratico per spalleggiare le violente occupazioni di terre in Cisgiordania e il suo regime fantoccio palestinese. Se ci sarà un’Egitto democratico, gli Stati Uniti non potranno più contarci per spalleggiare i loro intrighi in Libano, le loro guerre in Irak e Afganistan o le sanzioni contro l’Iran.
giovedì 17 febbraio 2011
mercoledì 16 febbraio 2011
"Emblematico il caso dell’Irlanda, dove è successo esattamente questo: 1) lo Stato ha salvato le due maggiori banche del Paese, travolte dalla crisi immobiliare, con iniezioni di capitale per decine di miliardi di euro; 2) questo ha fatto esplodere il deficit pubblico, che è schizzato al 32% del pil su base annua (il limite di Maastricht è al 3%); 3) contemporaneamente, sono state assunte misure di austerity che hanno precipitato il Paese in deflazione; 4) la crisi bancaria si è approfondita anche per questo motivo: e sono risultati necessari altri soldi, che lo Stato irlandese non era in grado di pagare; 5) di qui la necessità di un soccorso internazionale (un prestito di 85 miliardi di euro, un terzo dei quali destinato alle banche), a fronte di una severissima manovra di bilancio su 4 anni (tagli alla spesa pubblica e ai servizi sociali per 15 miliardi di euro, 25.000 impiegati pubblici a casa, neoassunti con uno stipendio del 10% inferiore e così via). La morale di tutta questa storia è molto semplice: il governo irlandese ha dato i soldi alle banche e i lavoratori irlandesi pagano il conto". - Vladimiro Giacchè -
sabato 12 febbraio 2011
lunedì 7 febbraio 2011
Il marxismo è, per dirla con Gramsci, una pratica visione del mondo, filosoficamente fondata, che si costruisce in relazione con la filosofia elaborata scentificamente, ma anche con la ‘filosofia spontanea’ della coscienza comune. La filosofia marxista è filosofia della praxis, nel senso che al suo centro sta il rapporto teoria-praxis.
domenica 6 febbraio 2011
sabato 5 febbraio 2011
..."è senza dubbio necessario ridiscutere quale oggi, possa essere il significato di umanesimo." - Stefano Garroni -
E’ in questo modo che F.. Hinkelammert inizia il suo saggio (Marxismus, Humanismus, Religion), nel fascicolo 4 –2010 di Marxistische Blãtter, la rivista teorica della DKP o Partito comunista tedesco.
Nella nostra storia moderna, il momento culminante dal punto di vista dell’ umanesimo porta il nome dalla Rivoluzione francese, la quale tuttavia si svolse entro un limite di fondo: essa nacque e si stabilizzò, di fatto, quando il mercato mondiale si era ormai costituito come mercato capitalistico.
E’ questo è il motivo, per cui l’umanesimo della Rivoluzione francese è ancora essenzialmente ridotto ad un umanesimo dell’uomo astratto, il quale si identifica con il proprietario privato. Ma questa stessa Rivoluzione francese, che pur sbocca in una pura ristrutturazione borghese della società,, nello stesso tempo fonda le categorie,, partendo dalle quali diviene possibile fondare un nuovo umanesimo.
Data la sua identificazione di uomo con il proprietario privato, la Rivoluzione francese può continuare a basarsi su una situazione di estremo sfruttamento e sulla costrizione al lavoro nella forma della schiavitù di massa.
Dall’altro lato, nella Rivoluzione vennero espresse le categorie politico-giuridiche della cittadinanza.
Son queste categorie, che divennero una base della moderna democrazia, sebbene ancora limitata agli uomini bianchi e proprietari. Poggiandosi sulla categoria della cittadinanza e della sue estensione continua si andrà provocando un movimento per i diritti dell’uomo, che definisce le lotte future per l’emancipazione.. L’uomo come cittadino – dunque,non è necessariamente un borghese-: ecco da cosa nascerà un concetto di cittadinanza, che supera i limiti sociali della borghesia.
In primo luogo si tratta qui dell’emancipazione degli schiavi, delle donne e della classe operaia. Si può simbolizzare la profondità del conflitto mediante tre morti importanti: la morte di Olimpia de Gouges, che rappresenta il diritto delle donne a divenire cittadine e che fu ghigliottinata. Analogamente morì ghigliottinato Babeuf, che rappresenta il diritto d’associazione dei lavoratori. Toussaint-Louverture, il liberatore degli schiavi ad Haiti, fu arrestato ed ucciso, sotto l’imperatore Napoleone.
Come si vede, le cosiddette rivendicazioni di emancipazione erano, certo, il prodotto della Rivoluzione francese, ma si capovolsero contro di essa, per il fatto che la rivoluzione si andò sempre meglio definendo come borghese. Più tardi apparvero maggiori richieste di emancipazione, come quella delle colonie,, delle culture e della natura sfruttata e distrutta. Ma tutte queste emancipazioni costringono il sistema borghese a confrontarsi con le vittime sacrificali, che sono il prodotto del suo stesso sviluppo. Questo è il senso di un nuovo umanesimo: ovvero, l’umanesimo dell’uomo vivente in quanto soggetto, di contro alla riduzione dell’umanesimo a quello del proprietario nel quadro del mercato., Il quale diritto ha ben presto la tendenza a riconoscere come unico diritto umano quello alla proprietà appunto.
Queste lotte per l’emancipazione hanno ottenuto significativi successi, poiché sottendono diritti umani, che sono entrati ormai nelle Carte costituzionali. Tuttavia, la riduzione dei diritti umani al diritto di proprietà ha la tendenza ad annullare ancora una volta tutti gli altri.
.Attualmente, la strategia della globalizzazione, che ha immediatamente prodotto molte catastrofi, inoltre ripropone il grave pericolo, in nome della totalizzazione del mercato e della proprietà privata, di nullificare i diritti dell’uomo come mero soggetto vivente –i quali ultimi sono effettivamente il risultato delle lotte d’emancipazione degli ultimi secoli. Proprio questo è il problema dell’umanesimo oggi.
Per entrare in merito a questo problema, potrei cominciare con un’analisi dell’umanesimo, per come,, dopo la Rivoluzione francese e fino alla prima metà del IX secolo, operò contro la riduzione delle relazioni umane a relazioni tra merci.
Così come già avveniva nella formulazione dell’umanesimo borghese del XVIII secolo, anche per questa nuova formulazione dell’umanesimo del soggetto, un atteggiamento critico contro la religione costituiva un suo elemento irrinunciabile: formulazione dell’umanesimo e critica della religione vanno sempre mano nella mano.
Voglio qui prender le mosse dalla critica alla religione, formulata dal giovane Marx, allo scopo di analizzare cosa divenga questa stessa critica nel Marx più tardo e come si rapporti alla critica della religione, che si trova nella teologia della liberazione. Inizierei con alcune citazioni, che potrebbero mostrare questa posizione di partenza:
1 - nella Prefazione alla tesi di dottorato del 1841, Marx dice che la ‘filosofia’ - che nello scritto in questione è già intesa come teoria critica-, si pronuncia contro tutte le divinità celesti e terrene, che, di necessità, non riconoscono l’autocoscienza umana come la massima divinità.
Nel testo marxiano l’autocoscienza umana è la massima divinità di contro ad ogni altra pretesa divinità terrena o celeste; in Marx, autocoscienza va sempre intesa come essere autocosciente: “la coscienza non può essere altro che l’essere cosciente e l’essere dell’uomo è il suo effettivo processo di vita: l’autocoscienza è dunque la coscienza dell’uomo, come se stesso nel suo reale processo di vita.
2 - Nella più tarda critica della hegeliana Filosofia del diritto del 1844, Marx afferma: “La critica della religione termina con la dottrina, secondo cui l’uomo è la più alta essenza per l’uomo stesso, ovvero termina con l’imperativo categorico di sbarazzarsi di tutti quei rapporti, in cui l’uomo è un’essenza diminuita, schiavizzata, disprezzata.” Con l’espressione l’autocoscienza umana come la massima divinità, possiamo trovare anche quest’altra espressione, secondo cui l’uomo è la massima essenza per l’uomo stesso. Marx mostra pure che quando si dichiara massima essenza qualcosa di diverso dall’uomo si finisce col fare dell’uomo qualcosa di diminuito, schiavizzato e disprezzato.
Coniugando le due citazioni abbiamo ciò che potremmo indicare come il paradigma marxiano della critica alla religione.
Detto in altre parole ed in base a codesto paradigma, la teoria critica si erge contro ogni divinità terrena o celeste, la quale non riconosca che è l’uomo la massima essenza per l’uomo stesso; la stessa teoria critica si contrappone ad ogni divinità celeste o terrena, nel cui nome l’uomo non è la massima essenza per l’uomo, ma è, proprio per questo, qualcosa di diminuito, asservito, disprezzato.
Qui si fa interessante una prcisazione/obiezione dell’A. (anche se è dubbio, che possa resistere ad una critica sensata): Hinkelammert afferma che a ben vedere il paradigma marxiano della critica alla religione vale piuttosto come un criterio per differenziare quest’ultima, non come un attacco contro la relligion, anche se invece Marx se ne serve per dimotrare che, in certe condizioni storiche, la religione in quanto tale diviene superflua. Dunque, il paradosso a cui Hinkelammert perviene, da un lato, è la sostanziale accettazione della valutazione di Marx sulla religione; nello stesso tempo, però, da ciò egli non ne ricava la sostanziale storicità o caducità.
domenica 23 gennaio 2011
Bertolt Brecht - Lode del Comunismo -
‘’ È ragionevole chiunque lo capisce. È facile.
Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i suicidi, suicidio.
È contro il sudiciume e contro l’idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo: è la fine dei delitti.
Non è una follia, ma invece fine della follia.
Non è il caos, ma l’ordine, invece.
È la semplicità che è difficile a farsi''.
Bertolt Brecht - ma potrebbe andar bene anche per la attuale situazione cubana o, per altri versi, cinese -
La parabola di Mi-en-leh dell’ascensione di alte montagne
Quando i fabbri d’aratri e i contadini poveri ebbero conquistato il potere con l’aiuto di Mi-en-leh, non poterono realizzare subito tutti i loro piani. La loro avanzata sembrò arrestarsi e qualche volta dovettero perfino arretrare di qualche passo. Questo spettacolo riusciva insopportabile a molti che vi assistevano da lontano. Ogni volta che i fabbri d’aratri sotto la guida della Lega dei proletari di Min-en-leh subivano uno scacco, o, per evitare di subirne uno, rimandavano un progetto, gli spettatori intonavano un coro di urla, gridando che i fabbri tradivano i loro principi e che la Lega lasciava le cose come erano. Costoro consideravano i rivolgimenti come un atto che avviene in una sola volta, all’incirca come il salto di un crepaccio, che o riesce o non riesce, e se non riesce ammazza chi ci si è provato.
Mi-en-leh disse:
Immaginiamoci un uomo che volesse salire su un monte altissimo, scosceso e finora inesplorato. Supponiamo che, dopo aver superato inaudite difficoltà e pericoli, sia riuscito a salire molto più in su dei suoi predecessori, ma non abbia ancora raggiunto la cima. Si è trovato in una situazione in cui avanzare ancora nella direzione voluta non era solo difficile e pericoloso, ma semplicemente impossibile. Ha dovuto tornare sui suoi passi, scendere in basso e cercare nuovi tracciati, forse più noiosi, ma tali da offrire la possibilità di raggiungere la vetta. Senonché il discendere da questa altezza, mai finora attinta in tutto il mondo, a cui si trovava il nostro immaginario alpinista, importa più pericoli e difficoltà dell’ascesa: in discesa si scivola più facilmente, è più difficile vedere bene i punti in cui si mettono i piedi. In discesa non si prova più l’entusiasmo di quando ci si muoveva verso l’alto, dritti verso la vetta. Bisogna legarsi con la corda, si perdono delle ore a scavare con la piccozza i punti cui assicurare saldamente la corda. Bisogna muoversi con la lentezza di una tartaruga continuando a scendere, allontanandosi dalla mèta e senza vedere se questa pericolosa e tormentosa discesa terminerà con la scoperta di un buon tracciato con il quale si possa tornare a spingersi più sicuramente, più rapidamente e direttamente in avanti, in su, verso la mèta, verso la vetta.
Non è naturale supporre che l’uomo in questa situazione, benché prima fosse salito ad altezze inaudite, attraversi dei momenti di sconforto? E certo questi momenti saranno più frequenti e più difficili da attraversare quando egli ode voci dal basso, voci di chi da prudenziale distanza contempla col cannocchiale quella pericolosa discesa, la quale non può essere chiamata < frenata > perché la frenata presuppone una vettura già collaudata in precedenza, una strada ben sistemata, un meccanismo già sperimentato. E qui non c’è vettura, non c’è strada, nulla, proprio nulla che sia stato sperimentato prima.
Dal basso si odono voci di malevola soddisfazione. Gli uni esprimono apertamente questa soddisfazione gridando: Tra un po’ cadrà giù! Gli sta bene, a quel matto! Gli altri si ingegnano di celare la loro soddisfazione agendo secondo il modello di Juduska Golovlev. Essi guardano in alto con occhi mesti e gemono: Purtroppo i nostri timori si sono rivelati fondati. Non abbiamo forse impiegato tutta la nostra vita a elaborare il giusto piano per l’ascensione di questo monte? Non abbiamo chiesto che si rimandasse l’ascensione fino a che avessimo terminato di mettere a punto il nostro piano? E quando lottavamo così appassionatamente contro il tracciato che ora viene abbandonato anche da questo povero stolto (ecco, guardatelo, torna indietro, scende, si arrovella delle ore intere per regredire di qualche pollice, e a noi ci ingiuriava con i peggiori epiteti quando invocavamo sistematicamente moderazione e precisione), quando condannavamo così aspramente questo mentecatto e diffidavamo ognuno dal dargli aiuto e soccorso, lo facevamo esclusivamente per amore del grande piano d’ascensione della montagna, acciocché questo grande piano non venisse compromesso.
Per fortuna l’alpinista nelle condizioni date nel nostro esempio non può sentire la voce di questi “veri amici” dell’idea dell’ascensione, altrimenti gli verrebbe la nausea. E si sa che la nausea non è propizia alla lucidità della testa e alla saldezza dei piedi, in ispecie a grandi altezze.
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