«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
sabato 27 agosto 2011
giovedì 25 agosto 2011
La lotta per più alti salari, maggiore occupazione e migliori condizioni di vita e di lavoro può essere condotta da due prospettive opposte. Secondo la prospettiva sottoconsumista e Keynesiana, questa lotta non solo migliora i salari, l’occupazione e le condizioni di vita dei lavoratori. Essa è anche l’uscita dalla crisi perché migliora la redditività attraverso il maggiore potere d’acquisto dei lavoratori. Questo approccio mette in evidenza la comunione di interessi tra il capitale e il lavoro. Anche la tesi Marxista sostiene che quelle rivendicazioni sono sacrosante. Ma questa lotta è condotta dalla prospettiva degli interessi contradditori e reciprocamente incompatibili delle due classi fondamentali. I lavoratori dovrebbero combattere per una redistribuzione del valore da essi creato, per investimenti civili indotti dallo stato, e più generalmente per riforme a loro favorevoli sapendo che i guadagni dei lavoratori sono perdite per il capitale e che tali guadagni contribuiscono all’indebolimento oggettivo del capitalismo piuttosto che al suo rafforzamento. Questa lotta dovrebbe essere una parte di tutta una serie di rivendicazioni (compresa la difesa del nostro patrimonio ecologico e la riconversione dell’industria bellica) il cui scopo è nel breve periodo quello di far pagare gli effetti della crisi ai colpevoli e non alle vittime della crisi e nel più lungo periodo quello di contribuire alla formazione della coscienza che per uscire dalle crisi bisogna uscire da questo sistema. Per coloro che sono veramente interessati alla fine di questo barbaro sistema la scelta è chiara: o Marx o Keynes.
Guglielmo Carchedi: Dietro e oltre la crisi
http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/81-marxismo/1538-guglielmo-carchedi-dietro-e-oltre-la-crisi.htmldomenica 14 agosto 2011
mercoledì 10 agosto 2011
martedì 9 agosto 2011
la nuova Costituzione del 1976 definiva la Repubblica di Cuba uno stato socialista di operai, contadini e lavoratori, alleati tra loro e guidati dalla classe operaia diretta dal Partito comunista cubano. Essa stabiliva l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di razza, sesso, origine nazionale. Sanciva la libertà di espressione, la libertà religiosa, connessa a quella di praticare il culto prescelto, e la libertà di non credere (AA.VV., 1994:294-295).
Resistenza, lotta di classe e religiosità popolare a Cuba - Alessandra Ciattini -
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=421
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=421
La distribuzione del reddito in Italia. La storia.
http://www.covodeglieretici.it/reddito-in-italia http://www.contropiano.org/it/component/k2/item/2890-abbiamo-gia-dato E' tempo che i comunisti, i rivoluzionari, gli attivisti, i lavoratori più svegli comincino in fretta a recuperare e a divulgare coscenza, identità e conflitto di classe. Stavolta no, non pagheremo la loro crisi, abbiamo già dato!! Stavolta la devono pagare i ricchi, i padroni, i loro alleati.
sabato 6 agosto 2011
Per Rosa Luxemburg, non c'è un crollo puramente economico del capitalismo ed ancora meno un legame automatico, garantito, tra il crollo capitalista e la rivoluzione socialista. Ciò che annunciava nel suo lavoro teorico era precisamente ciò che avrebbe confermato la storia catastrofica del secolo seguente: la manifestazione crescente del declino del capitalismo come modo di produzione, mettendo l'umanità di fronte all'alternativa socialismo o barbarie, e chiamando specificamente la classe operaia a sviluppare l’organizzazione e la coscienza necessaria al capovolgimento del sistema ed alla sua sostituzione attraverso un ordine sociale superiore.
venerdì 5 agosto 2011
giovedì 4 agosto 2011
La spiegazione più semplice è che la finanza angloamericana, dopo essersi tenuta a galla indebitando i cittadini dei due paesi di riferimento, stia ora cercando di deflettere l'attenzione sull'area-euro per nascondere le proprie (ir)responsabilità e il proprio pessimo stato di salute, ben evidenziato dai dati macroeconomici e dal cambio nei confronti dell'euro. Un'azione che la speculazione segue come un avvoltoio, accanendosi su quei paesi che hanno "cattiva stampa" piuttosto che su quelli che hanno conti disastrosi e le peggiori prospettive future.
martedì 2 agosto 2011
Il primo elemento importante è che viene riconfermato il ruolo assai importante svolto dalla pianificazione e dall’intervento politico (sia dal centro che dalle “periferie”,dalle diverse municipalità e regioni) all’interno del processo di riproduzione complessiva dell’economia cinese: il dominio del cosiddetto libero mercato, con le sue presunte “virtù”, i dirigenti del PCC preferiscono giustamente lasciarlo in esclusiva al declinante capitalismo occidentale con i suoi recenti fallimenti economici e crack finanziari generalizzati.
http://www.lacinarossa.net/?p=502 La Cina opta per un decisivo salto di qualità basato su:
1) maggiori consumi popolari, minori risorse destinate all’accumulazione;
2) alta tecnologia, meno settori a bassa composizione organica del capitale;
3) più energia verde rinnovabile.
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