giovedì 25 agosto 2011

La lotta per più alti salari, maggiore occupazione e migliori condizioni di vita e di lavoro può essere condotta da due prospettive opposte. Secondo la prospettiva sottoconsumista e Keynesiana, questa lotta non solo migliora i salari, l’occupazione e le condizioni di vita dei lavoratori. Essa è anche l’uscita dalla crisi perché migliora la redditività attraverso il maggiore potere d’acquisto dei lavoratori. Questo approccio mette in evidenza la comunione di interessi tra il capitale e il lavoro. Anche la tesi Marxista sostiene che quelle rivendicazioni sono sacrosante. Ma questa lotta è condotta dalla prospettiva degli interessi contradditori e reciprocamente incompatibili delle due classi fondamentali. I lavoratori dovrebbero combattere per una redistribuzione del valore da essi creato, per investimenti civili indotti dallo stato, e più generalmente per riforme a loro favorevoli sapendo che i guadagni dei lavoratori sono perdite per il capitale e che tali guadagni contribuiscono all’indebolimento oggettivo del capitalismo piuttosto che al suo rafforzamento. Questa lotta dovrebbe essere una parte di tutta una serie di rivendicazioni (compresa la difesa del nostro patrimonio ecologico e la riconversione dell’industria bellica) il cui scopo è nel breve periodo quello di far pagare gli effetti della crisi ai colpevoli e non alle vittime della crisi e nel più lungo periodo quello di contribuire alla formazione della coscienza che per uscire dalle crisi bisogna uscire da questo sistema. Per coloro che sono veramente interessati alla fine di questo barbaro sistema la scelta è chiara: o Marx o Keynes.

 

Guglielmo Carchedi: Dietro e oltre la crisi

                                                                                                http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/81-marxismo/1538-guglielmo-carchedi-dietro-e-oltre-la-crisi.html

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