sabato 10 marzo 2012

Parlamento o no?

    L’articolo di fondo, pubblicato dal Corriere della sera del 9 marzo e scritto da Michele Ainis, (http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_09/il-processo-democratico-michele-ainis_f4660a80-69af-11e1-b42a-aa1beb6952a8.shtml) sollecita riflessioni, che non sono forse quelle, che l’ A. si attende., Com’è noto, fa parte della cultura codificata e, quindi accolta passivamente dal senso comune, che con le Rivoluzioni del Settecento (americana e francese) si sia finalmente affermata la sovranità politica del popolo. Le cose, però, non stanno così: quelle rivoluzioni, nel momento stesso in  cui proclamavano la sovranità del popolo, immediatamente gliela toglievano, consegnandola nelle mani dei suoi rappresentanti ( i parlamentari, ovvero una parte della ‘casta’, contro cui oggi fa bon ton polemizzare). Se fosse possibile farlo, si potrebbe citare il 18 Brumaio di K. Marx, per vedere come il processo di concentrazione capitalistica comporta un progressivo svuotamento del potere del legislativo (appunto, dei rappresentanti del popolo), a vantaggio dei vari aspetti dell’esecutivo. Valga il vero. Più si accenta in Italia il potere delle multinazionali e più svuota quello del Parlamento e dei partiti (dunque, dei rappresentanti del popolo), fino ad avere un governo ‘tecnico’, che dice esplicitamene di tenere in non cale tutti gli istituti della sovranità popolare .- dal Parlamento ai sindacati. A questo risultato, però, si giunge dopo un’ampia opera di squalifica degli istituti della (indiretta) sovranità popolare. E le masse non restano indifferenti: nella misura in cui sono bombardate dalla attività, volte a squalificare gli istituti democratici ( sia pure borghesi), esse si chiedono come uscire dall’impasse e per chi non sia ottenebrato dalla stupidità fascista, c’è sempre il pericolo che nasca e si diffonda l’aspirazione ad una democrazia più vera, che abbia effettivamente le masse –cioè i lavoratori- come sua autentica base. Ed è per questo d’altronde che la borghesia si trova,oggi, di fronte alla contraddizione, di cui obiettivamente Ainis dice: polemizzare fino in fondo contro i residui di democrazia borghese –autorizzando così una nuova riflessione sulla democrazia; oppure salvare –ma solo in apparenza- quegli stessi residui.                                                           Stefano Garroni                                                                                                                                                                                     http://www.corriere.it/editoriali/12_marzo_09/il-processo-democratico-michele-ainis_f4660a80-69af-11e1-b42a-aa1beb6952a8.shtml
  

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