«L’impazienza esige l’impossibile, cioè il raggiungimento del fine ma senza i mezzi» (Hegel)
venerdì 5 luglio 2013
USCIRE DALL'EURO? C'È MODO E MODO - Emiliano Brancaccio -
Il tentativo di salvare la moneta unica a colpi di deflazione salariale nei paesi periferici dell’Unione potrebbe esser destinato al fallimento. L’eventualità di una deflagrazione dell’eurozona è dunque tutt’altro che scongiurata. Il problema è che le modalità di sganciamento dalla moneta unica sono molteplici e ognuna ricadrebbe in modi diversi sui diversi gruppi sociali. Esistono cioè modi “di destra” e modi “di sinistra” di gestire un’eventuale uscita dall’euro. Ma esiste una sinistra in grado di governare il processo? ... Un elemento certo tuttavia sussiste: l’uscita da un regime di cambio fisso può avere un impatto negativo o meno sul potere d’acquisto dei lavoratori e sulla distribuzione del reddito nazionale a seconda che esistano meccanismi istituzionali – scala mobile, contratti nazionali, prezzi amministrati, ecc. – in grado di agganciare i salari alla dinamica dei prezzi e della produttività. Escludere tali meccanismi implica, in buona sostanza, un’uscita dall’euro “da destra”. Contemplarli significa predisporre un’uscita “da sinistra”. La questione salariale e distributiva è solo un tassello degli enormi problemi che derivano dall’insostenibilità dell’attuale assetto dell’Unione europea. Cercare di affrontarla in modo fattuale ci aiuta tuttavia a uscire da una lettura estremista e manichea della fase. I dati ci dicono che fuori dall’euro non è affatto detto che vi sia un inferno peggiore di quello che già ci circonda, ma non è nemmeno scontato che si possa anche solo intravedere il sole di un nuovo avvenire. http://sollevazione.blogspot.it/2013/07/uscire-dalleuro-ce-modo-e-modo-di.html
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